E quindi la Volksbühne?

La ruota con i piedi non c’è più. Il direttore è cambiato. E tutto questo, in concreto, cosa significa? Iniziamo dal principio. Quando si è deciso di cambiare il direttore della Volksbühne, uno dei teatri più importanti e famosi di Berlino, i fan dell’ex direttore e regista Frank Castorf sono insorti. Come è possibile rimuovere un direttore tanto famoso? E per di più con un uomo che non viene dal teatro, ovvero il belga Chris Dercon, già direttore della Tate Gallery of Modern Art a Londra? Proteste su proteste. Castorf che decide di portarsi via anche la “ruota con i piedi”, divenuta ormai simbolo del teatro (ma legata a un suo spettacolo). E via proteste e polemiche. L’idea è di portare la ruota in tournée con uno spettacolo, poi restaurarla e in un annetto rimetterla al suo posto. Scommetto tuttavia che la ruota non la rivedremo sulla piazza…

volksbühne senza ruota
Il teatro senza più ruota, e con una specie di lapide cimiteriale che ne ha preso il posto per qualche giorno. Atto di protesta, non so più di quale parte…

Alla “festa” di chiusura sono andata. Grande empatia per i molti che avevano lavorato a un progetto entusiasmante, con tratti di utopia realizzata. Pochissima empatia per il discorso rabbioso di Castorf e per la sua furia di cancellare tutto per consegnare il teatro “besenrein” (ripulito e neutro).

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Una immagine dalla festa di chiusura dell’era Castorf, a luglio 2017

Poi il teatro viene occupato da un gruppo di persone che sembrano agire quasi come studenti delle scuole superiori che occupano la scuola. Segue lo sgombero (e giù proteste, come sempre). E le vere pulizie dei danni che l’occupazione ha causato.

Infine la nuova gestione inaugura la stagione. Fuori del teatro, a Tempelhof, e con una Ifigenia con i migranti che ottiene critiche tiepide.

Ma per capire un teatro bisogna andarci. E così vado a vedere alcuni spettacoli, facendomi un’idea molto positiva della nuova Volksbühne e delle idee che guidano la programmazione.

Il primo spettacolo che vedo sono tre pezzi di Samuel Beckett (Nicht ich /Tritte / He, Joe). la regia è di Walter Asmus, che con Beckett ha collaborato. Niente di nuovo ma l’opportunità di vedere uno spettacolo del genere è molto gradita.

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Nicht Ich. Szenenfoto, Volksbühne Berlin 2017. Foto: David Baltzer

Secondo spettacolo che vedo è The show must go on di Jérôme Bel. Anche questo non è una novità assoluta: lo spettacolo è in tournée nel mondo da 17 anni, dopo una prima che ha fatto scandalo e qualche premio importante. 25 attori (quasi tutti) non professionisti, un DJ e canzoni pop degli ultimi 30 anni (The Beatles, Nick Cave, Céline Dion, Queen). E soprattutto una tonnellata di ironia e leggerezze (ma non banalità). Praticamente lo spettacolo anti-Castorf per eccellenza (non a caso fuori dal teatro ci sono ancora manifestazioni la sera dello spettacolo).

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The Show must go on. Volksbühne 2017. Foto: David Baltzer

Il primo bilancio della nuova gestione, dunque, direi che è più che positivo. È vero, il teatro non ha ancora un ensemble e questo può preoccupare. Come mi dice un amico esperto di teatro, queste cose le si può trovare in molti teatri in Europa, mentre la vecchia Volksbühne era unica.

Il problema è che ormai è diventato quasi difficile trovare queste cose a Berlino. Dunque la nuova programmazione per me è promossa.

The show must go.

Aggiornamento aprile 2018: Dercon si è dimesso.

6 pensieri su “E quindi la Volksbühne?

  1. Oh no, la ruota! Non sono esperta di teatro, proprio per niente, quindi riesco a capire solo che la ruota non c’è più… e io l’avevo conosciuta tramite il tuo libro! Il cerchio si chiude. Il cerchio della ruota 🙂

    1. Sì, una tristezza che si siano portati via la ruota (“la palla è mia e se vado via non si gioca più”). Potevano lasciarla come “monito” a ricordare la storia del teatro, come simbolo di una missione da perseguire ancora. Ma ha vinto un rancore cieco…

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