Lo Jagdschloß Grunewald

La foresta di Grunewald si chiamava un tempo semplicemente “Spandauer Forst”, cioè la foresta di Spandau. Finché nel 1542 fu costruito qui il casino di caccia del Principe elettore del Brandeburgo. L’edificio venne nominato “Zum grünen Wald”, ovvero “al bosco verde”, ribattezzando così l’intera zona.

A volerlo fu Gioacchino II di Brandeburgo, che rinnovò anche l’allora castello di Berlino (a Cölln, la cittadina sull’isola dei musei che costituì con Berlin, giusto al di là del fiume, il primo nucleo della città).

Il piccolo Jagdschloß è oggi il più antico castello berlinese ancora in piedi. Risparmiato dalla bombe della Seconda guerra mondiale, fu anche il primo museo a riaprire dopo la guerra.

La collezione di Cranach (sia il Vecchio che il Giovane) merita certamente una visita ma anche il castello in sé è interessante (nonostante il profluvio di corna appese ovunque: all’interno vedrete anche delle orribili poltrone realizzate con corna – anche se durante la mia visita qualcuno ha scomodato Damien Hirst per il paragone).

Il cortile dello Jagdschloß Grunewald

L’interesse per l’architettura del luogo è proprio nella forma piccola, lontana dallo sfarzo e dalla forma di castelli fiabeschi.

Un piccolo palazzo a tre piani, con finestre sghembe lungo le scale, soffitti bassi e una semplicità poco principesca.

Come i pingui Hohenzollern ritratti da Cranach somigliano a parecchi passeggeri che si incontrano sulla metropolitana, così il casino di caccia somiglia a una piccola casa di campagna, dove accendere il camino per sfuggire al freddo della sera nelle stanze spesso vuote.

Se il tempo è buono, dopo la visita al castello proseguite la passeggiata lungo il lago e andate a vedere un po’ di incontrollabile gioia scodinzolante nella spiaggia dedicata ai cani.

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